Difendi te stessa, e guida gli altri

Scritto da Alberto Cassani giovedì 26 novembre 2015 
Archiviato in Cinema d'attualità

Brenda Chapman

In occasione dell’uscita nelle sale italiane del cartone animato Il viaggio di Arlo, sono andato a riguardare i casi nei quali la Pixar ha sostituito il regista durante la lavorazione di un film. E facendolo sono arrivato a una serie di articoli sul tema “In che modo le donne possono diventare influenti a Hollywood?” commissionati dal New York Times a professionisti dell’industria cinematografica o che si occupano della disparità sessuale nell’ambito dello spettacolo. Gli articoli sono scritti tra gli altri dalle registe Martha Coolidge (Rosa Scompiglio e i suoi amanti) e Gina Price-Bythewood (Love & Basketball), dal produttore Ted Hope (21 grammi) e dalla regista di animazione Brenda Chapman.

Brenda Chapman aveva sviluppato per la Pixar Ribelle – The Brave, prima di essere allontanata dal progetto nell’ottobre del 2010 in seguito alle classiche “divergenze creative” coi produttori. Sostituita da Mark Andrews, è stata comunque accreditata come cosceneggiatrice e come regista del film in coppia con Andrews. Il suo breve articolo per il Times, datato agosto 2012, è stata la prima volta in cui la Chapman ha parlato pubblicamente della cosa, ed è una lettura particolarmente interessante sia per il suo argomento sia per il caso specifico di cui la regista dell’Illinois è stata suo malgrado protagonista, ma anche perché accenna un paio di cose poco note sulle regole che governano Hollywood. E quindi, ecco la traduzione.

Come possiamo arrivare ad avere più donne in posizione di potere ad Hollywood? Qualcuno? Nessuno? …e i grilli friniscono.
Immagino che l’altra angolazione da cui guardare il problema sia come portare il Boy’s Club di Hollywood a cedere qualcuna delle sue poltrone alle signore? Va bene, va bene. Lo so. Adesso smettetela di ridere.
Forse dobbiamo semplicemente costruirci da sole le nostre poltrone. E’ l’approccio che preferisco, perché mi sembra l’unico praticabile. Ma da dove cominciare?

Fare da mentore mi pare un buon inizio. Dobbiamo aiutare le giovani registe e le giovani studentesse di cinema a ottenere l’esperienza di cui hanno bisogno per poter trasferire sul grande schermo il loro lavoro. Dobbiamo dar loro la mano che noi donne più anziane (ahem…) non abbiamo avuto. Facciamole imparare dai nostri errori, non dovremmo nascondere le nostre tribolazioni per paura di sembrare stupide.

Quelle di noi che sono ancora in pista devono continuare a ballare per poter essere fonte di ispirazione. Le donne della mia generazione e delle precedenti sono le uniche figure che le giovani registe di oggi possono prendere a esempio. Posso offrire un esempio personale: l’ultimo anno e mezzo è stato incredibilmente duro, per me. Da spezzarmi il cuore. Quando la Pixar mi ha allontanata da Ribelle – una storia nata dal mio cuore e ispirata al rapporto che ho con mia figlia – è stato devastante.
I registi di animazione non sono protetti come i registi di film in live-action, che hanno la Directors Guild pronta a battagliare per loro. Noi veniamo sostituiti regolarmente, e quello per me è stato un grosso problema. Era una storia che avevo creato io, che aveva origine da una situazione molto speciale come donna e come madre. Vedermela portar via e data a qualcun altro, per di più un uomo, è stato fastidioso in mille modi diversi. Ma alla fine la mia visione traspare, nel film. Semplicemente non avrebbe potuto funzionare, senza (e infatti a un certo punto non funzionava), e nel profondo del mio cuore io lo sapevo. Così ho continuato a testa alta, fedele ai miei principi, e ho trovato il supporto di alcune donne forti (e anche uomini!). Alla fine è andata bene, e sono orgogliosa del film e del fatto di aver difeso i miei diritti, proprio come Merida, la protagonista di Ribelle.

A volte le donne esprimono un’opinione e vengono derise, per poi vedere un uomo esprimere essenzialmente la stessa idea e vederla accettata da tutti. Fino a quando non ci sarà un buon numero di donne in posizioni di comando, questo continuerà a succedere.

Questa è solo una delle storie che potrei raccontare. So che ce ne sono molte altre che provano come sia possibile per noi donne scalare la catena alimentare. Ma dobbiamo essere persistenti.
Guidate. Ispirate. Andate avanti insieme. Questa è la cosa migliore cui riesco a pensare.

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