Divieto di suicidio

Carissimi,

la presente per comunicarvi che l’Italia è, ad oggi, l’unico paese in Europa in cui il film d’animazione di Patrice Leconte La bottega dei suicidi ha ottenuto dalla Commissione di Censura il divieto di visione ai minori di anni 18, con la seguente motivazione:
«Perchè il tema del suicidio è trattato con estrema leggerezza e facilità di esecuzione, come se fosse un atto ordinario o un servizio da vendere al dettaglio creando il pericolo concreto di atti emulativi da parte di un pubblico più giovane, quali gli adolescenti che attraversano un’età critica. Per di più la rappresentazione sottoforma di cartone animato costituisce un veicolo che agevola il pubblico più giovane la penetrazione di tale messaggio pericoloso». Leggi tutto il post

Recensione di un film non visto

Stare dietro alle modifiche dei listini delle case di distribuzione è cosa tutt’altro che facile, lo so bene io che ogni due per tre mi trovo a dover rivoluzionare il calendario di CineFile. Alle volte può quindi capitare che un piccolo film esca in sala senza che ce ne accorgiamo, ma può anche essere che un film che pensiamo debba uscire non esca perché non abbiamo visto la comunicazione del cambio di data. La cosa si fa imbarazzante quando, contando sull’uscita di un film, pubblichiamo la recensione ben prima della sua reale uscita, senza rendercene conto finché non è troppo tardi. E’ capitato di recente a Giorgio Carbone, che a pagina 34 di Libero del 29 novembre ha pubblicato una breve recensione di Mai Stati Uniti dei fratelli Vanzina, originariamente previsto in sala proprio per quel giorno ma da poco spostato al 3 gennaio dalla 01 Distribution. Leggi tutto il post

Comunicato stampa di Ken Loach sul premio del Torino Film Festival

È con grande dispiacere che mi trovo costretto a rifiutare il premio che mi è stato assegnato dal Torino Film Festival, un premio che sarei stato onorato di ricevere, per me e per tutti coloro che hanno lavorato ai nostri film.
I festival hanno l’importante funzione di promuovere la cinematografia europea e mondiale e Torino ha un’eccellente reputazione, avendo contribuito in modo evidente a stimolare l’amore e la passione per il cinema.
Tuttavia, c’è un grave problema, ossia la questione dell’esternalizzazione dei servizi che vengono svolti dai lavoratori con i salari più bassi. Come sempre, il motivo è il risparmio di denaro e la ditta che ottiene l’appalto riduce di conseguenza i salari e taglia il personale. È una ricetta destinata ad alimentare i conflitti. Il fatto che ciò avvenga in tutta Europa non rende questa pratica accettabile. Leggi tutto il post

Come diventare un regista cinematografico

Quella che segue è una breve intervista a Marshall Neilan, pubblicata nel numero del luglio 1925 di Photoplay (una delle prime riviste dedicate al cinema) e da me recentemente trovata su Tumblr, anche se gira per internet almeno dall’inizio di quest’anno.

Neilan (1891-1958) è stato regista, produttore e sceneggiatore, anche se il suo interesse principale era nella recitazione. Nella sua sterminata carriera ha diretto tra gli altri Mary Pickford e Hal Roach, ha scritto la prima versione della sceneggiatura di Gli angeli dell’inferno di Howard Hughes e ha ricevuto premi alla carriera da parte della Directors Guild of America e dalla George Eastman House. E’ uno dei tanti ad avere una stella a suo nome nella Hollywood Walk of Fame. Leggi tutto il post

Perché la sciatteria vi impedisce di trovar lavoro

Nell’articolo che ho tradotto a fine luglio c’era il link a un post di Suzanne Lucas per la CBS. La Lucas è un’esperta nel settore delle risorse umane – quello che una volta e più educatamente si definiva “ricerca e gestione del personale” – e nelle pagine finanziarie del sito della CBS gestisce appunto un blog dedicato ai dubbi di chi sta cercando lavoro. Ho deciso di ripubblicare sul Diario anche il suo pezzo, in cui prende come esempio una mail ricevuta da un lettore (che lascio in lingua originale) per costruire un discorso sull’importanza dello scrivere con attenzione in ogni situazione. Lo pubblico perché purtroppo su internet è molto diffusa l’opinione che sia meglio inserire nel testo tante abbreviazioni e non preoccuparsi dei refusi pur di impiegare meno tempo possibile a scrivere. Leggi tutto il post

Ermanno Olmi e il cinema

Nel corso del Festival di Venezia 2012 è stato presentato, fuori concorso, The Tightrope di Simon Brook. In conferenza stampa il regista era accompagnato dal padre Peter Brook (di cui è stata presentata la versione restaurata di Tell Me Lies del 1968) e dai produttori Enrico Musini ed Ermanno Olmi. Quando la moderatrice dell’incontro Alessandra De Luca ha chiesto ai due cosa li aveva portati a sostenere il progetto di Brook, Olmi si è lanciato in una interessante e divertente tirata contro il modo classico di intendere il cinema. E, involontariamente, contro il modo in cui all’università ci insegnano a guardare un film.
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I particolari quotidiani

Nelle scuole di scrittura si insegna che per descrivere un periodo storico bisogna farlo vivere attraverso i particolari quotidiani, quelli che lo fanno riconoscere e lo fanno ricordare. Come la musica, per esempio. I film, le auto, la moda… Quanto costa una tazzina di caffè!

Allora immaginiamo che ci sia un’auto, un’Alfetta, che sta passando davanti al volto in bianco e nero di Robert De Niro che si punta una pistola alla tempia nel manifesto de Il cacciatore. Leggi tutto il post

Liveblogging repeat

La sera dello scorso 4 settembre c’è stata a Venezia l’anteprima mondiale di Spring Breakers di Harmony Korine. Bastava guardare le foto pubblicitarie per capire che si sarebbe trattata di una pacchianeria notevole. Nel pomeriggio di quel giorno presi una decisione abbastanza improvvisa: sulla scorta di quanto fatto da altri in occasione della prima di Indiana Jones e il Regno del Teschio di Cristallo a Cannes qualche anno prima, avrei fatto un liveblogging del film, raccontando agli amici di Facebook cosa realmente Korine aveva fatto. Leggi tutto il post

Mi rifiuto di assumere chi non conosce la grammatica

Il testo che segue è stato pubblicato nella sezione blog del sito della Harvard Business Review, una rivista dedicata all’organizzazione aziendale ovviamente pubblicata dall’Università di Harvard. Si tratta di una curiosa ma interessante dichiarazione di intenti da parte del proprietario di due società editrici di manualistica, che durante il colloquio di lavoro sottopone i candidati a un test grammaticale. Ho la sensazione che, se le case editrici italiane facessero la stessa cosa, si ritroverebbero con ben poche persone in redazione… Leggi tutto il post

Portiamo la critica cinematografica fuori dall'Era del Sarcasmo

C’è un’abitudine agosciante, tra i critici cinematografici. Lo si può notare nei più piccoli blog come nei quotidiani più importanti. Stiamo vivendo l’Era del Sarcasmo. Il termine inglese “snark” […] si riferisce ai commenti sardonici o sarcastici fatti per divertire se stessi e gli spettatori che hanno le nostre stesse idee. E’ un’abitudine adottata dagli adolescenti che si fingono indifferenti e ciondolano nei banchi in fondo all’aula, ma è sfuggita ai cliché dei licei ed ha infettato la critica cinematografica, dove l’obiettivo sempre più prevalente non è scrivere la recensione di un film ma un monologo da cabarettista dilettante. Leggi tutto il post

Full Metal Disney

Anche i press-book sbagliano

Una delle cose che probabilmente ho scritto più spesso su questo blog, è che per evitare di fare un certo errore al critico sarebbe bastato dare un’occhiata al press-book. In effetti, non c’è nessun motivo per cui si dovrebbe pensare che la cartella stampa di un film sia meno precisa di un qualunque sito internet indipendente, per quanto rinomato e visitato. Però spesso capita che la cartella stampa non riporti alcune informazioni che ci serve assolutamente sapere (una su tutte: la durata del film!), e allora non ci resta che affidarci ad altre fonti. Molto più raro, ma non inesistente, il caso in cui sia proprio il press-book a riportare degli errori, e quando capita sono dolori. Leggi tutto il post

Come non scrivere e altre storie

Tenutosi a Perugia dal 25 al 29 aprile, il Festival del Giornalismo è arrivato alla sua dodicesima edizione. Cinque giorni di incontri, lezioni, convegni, consigli, racconti… con alcuni dei protagonisti del giornalismo non solo italiano. Un ottimo modo per entrare in contatto per la prima volta con questo mondo, dargli uno sguardo disincantato e farsi un’idea di come sta cambiando e cambierà.

Il Tascapane, il giornale studentesco dell’Università di Ferrara, ha realizzato alcuni piccoli video reportage su questi cinque giorni, caricandoli sul suo canale YouTube (di cui sono in realtà venuto a conoscenza grazie agli amici di Pazzo Per Repubblica). E come PPR, scelgo anch’io la breve videointervista a Vittorio Zucconi come copertina del Festival. Leggi tutto il post

Chi è il primo uomo?

Mi è già capitato di raccontare come una cosa scritta su internet finisca spesso per rimbalzare di sito in sito fino a sembrare notizia vera nonostante sia inventata di sana pianta. Ancora più spesso capita che un errore commesso da qualcuno finisca per apparire a prima vista un’informazione corretta perché viene riportato pari pari da millemila siti. Il giornalismo italiano via internet è infatti ormai diventato la terra del copincolla più selvaggio, e anche la filosofia del “sapere condiviso” sembra più spesso una “ignoranza condivisa”. A farne le spese sono stati, in questi giorni, i lettori che cercavano in rete informazioni sull’ultimo film di Gianni Amelio, Il primo uomo. Leggi tutto il post

Scurriculum

Io per qualche anno, tanti anni fa, sono stato caporedattore di Repubblica. Quando ancora i giornali assumevano… […] Una volta, per il settore spettacoli, cercavamo un certo aiuto. Facemmo una selezione. Si presentarono una ventina di giovani, tutti preparatissimi. C’era uno che sapeva il terzo operatore alla macchina della Corazzata Potemkin… E uno dei titolari scelse il meno bravo. E perché lo scelse? Perché era quello che gli avrebbe dato meno ombra.

Corrado Augias, Le Storie – Diario italiano. 16 Aprile 2012.

La critica cinematografica online

E’ passata una vita dall’ultima volta che ho pubblicato sul Diario l’intervista fattami da uno studente universitario a proposito della situazione della critica cinematografica in Italia. Questo soprattutto perché, alla fin della fiera, le domande che si possono fare sull’argomento sono più o meno sempre le stesse e di conseguenza anche le risposte date dalla stessa persona finiscono per ripetersi. Il mese scorso, però, mi ha contattato Elisa Venanzi, studentessa di Arti e Scienze dello Spettacolo alla Sapienza di Roma per la sua tesi intitolata semplicemente La critica cinematografica online. Leggi tutto il post

Chi vota per gli Oscar?

E’ passato pochissimo da quando l’Academy of Motion Pictures Arts & Science ha premiato il francese The Artist come miglior film del 2011 tra quelli usciti sul territorio statunitense. Decisione non scandalosa ma che tutto sommato può anche sorprendere visto il tipo di pellicola. Sennonché, un’interessante inchiesta pubblicata il 19 febbraio dal Los Angeles Times aveva svelato come i membri dell’Academy abbiano in media 62 anni di età (!) e quindi siano ben disposti verso un certo tipo di cinema. Perché in realtà chi siano i membri dell’Academy non si sa. Si sa che sono più di 5.000 e si conoscono i nomi che l’Academy rende noti, e si sa chi è stato invitato a farne parte a partire dal 2004 ma non chi ha effettivamente accettato (ok: quasi tutti, è facile pensare). Così, ecco l’inchiesta di John Horn e Nicole Sperling riguardo la composizione demografica (ma non solo: il 64% dei membri non ha mai vinto l’Oscar e il 47% non lavora nel cinema da più di dieci anni) dell’Academy. Intendiamoci, i due reporter non rivelano i nomi degli associati, se non quelli già resi pubblici, ma è comunque molto interessante per dare se non un volto almeno una parvenza di corpo a quella strana entità che definiamo normalmente “Academy”. Pubblico qui sotto la traduzione dell’articolo principale, invitandovi comunque a visitare il sito per poter vedere le varie tabelle demografiche e gli interessanti articoli ad esso collegati. Leggi tutto il post

La Rai, la Fiat e il risarcimento milionario

Caro direttore

Bene, adesso sappiamo che se il prodotto Fiat non vende bene è anche colpa di Annozero, di Formigli e della Rai, condannati dal Tribunale di Torino a pagare un risarcimento danni esemplare: 5 milioni di euro oltre rivalutazione monetaria dal dicembre 2010 ed interessi. L’oggetto del contendere è la valutazione di velocità di 3 modelli di automobili, uno dei quali Fiat che viene dalla stessa pubblicizzato con la frase born to race. Leggi tutto il post

L'assetato che beve la sabbia

Gilbert Keith Chesterton (1874-1936) è noto al pubblico (anche grazie allo sceneggiato con Renato Rascel) soprattutto per essere il creatore di Padre Brown, un prete cattolico responsabile di una parrocchia londinese che nel corso di 52 racconti risolve misteri di ogni genere e affronta cattivi di ogni ordine e grado. Ma oltre ad essere un narratore, Chesterton è stato anche poeta, giornalista e saggista. Leggi tutto il post

Fenomenologia del critico

Critica viene dal greco krinó, che sta per separare, distinguere, giudicare. Secondo alcuni questo dovrebbe fare un critico, in particolare un critico cinematografico: entrare nel corpo del film, smembrarlo con gli strumenti affilati del mestiere, e dopo tanta fatica emettere la sentenza. Anzi, più che una sentenza – come tale aleatoria e appellabile – la recensione sarebbe una conclusione ultima, scientifica. Per altri, invece, tutto il lavorio critico non produrrebbe che consigli per gli acquisti, come l’ipocrisia televisiva chiama la pubblicità. Il recensore sarebbe un assaggiatore di film, cui ci si rivolge per la fama del suo palato. Alla fine, questo critico sarebbe la reincarnazione, meno simpatica, di quegli imbonitori che agli inizi del Novecento stavano davanti alle sale, e a gran voce decantavano le meraviglie che là si proiettavano. Leggi tutto il post

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