Le regole del buon giornalista (secondo Franco Rossi)
Giornalismo, le mie regole:
- Per la notizia sono disposto a tutto. Anche a scrivere la verità.
- Nel Giornalismo, come in amore, gli scritti volano e le parole restano.
- Il vero giornalista è colui che sa raccontare una verità in assoluta malafede, convinto che le sole e autentiche verità siano quelle che si possono inventare di sana pianta.
- Il vero giornalista è quello che scrive una cosa anche quando non ha niente da dire e al tempo stesso ha qualcosa da dire solo perchè la scrive.
- Il vero giornalista è sempre stimolato dalla scadenza e scrive peggio quando ha tempo e quindi non ha fretta.
- Il vero giornalista è quello che riesce a cominciare un articolo con un «come avevamo anticipato nei mesi scorsi…» e violenta, senza arrossire, ogni comune senso del pudore.
Quel secchione di Roger Ebert
Come aveva accennato nel suo articolo che ho riportato qui a metà settembre, Roger Ebert era stato molto criticato dai alcuni suoi lettori per la recensione estremamente negativa che aveva scritto di Transformers 2. Una volta letti tutti e 750 i commenti postati in risposta alla sua recensione, Ebert ha scritto un articolo in cui spiega non solo perché secondo lui quelli cui è piaciuto il film di Bay hanno torto, ma anche perché la cosa lo deprime. È un articolo scritto in realtà prima di quello già postato sul Diario, ma che traduco solo adesso perché ho preferito sviluppare prima un argomento preciso su più post e solo adesso passare ad altro. L’articolo originale è datato 5 luglio 2009 e potete trovarlo qui. Leggi tutto il post
Lucky Red rinuncia al finanziamento statale per La prima linea
Abbiamo prodotto La Prima linea con l’intento di raccontare un capitolo importante e doloroso della storia recente del nostro paese, convinti che il cinema debba anche offrire spunti di riflessione sull’identità di una nazione. Consapevoli della delicatezza del tema, abbiamo messo tutto il nostro impegno per rispettare la verità storica, la memoria e la sensibilità delle persone che da quella stagione di sangue sono rimaste colpite.
Gli ultimi fuochi
Sono tanti i film che raccontano il mondo del cinema. Quelli che ne sanno li definiscono “metacinematografici”. Sono film che hanno raccontato tutte o quasi le diverse professionalità che contribuiscono alla realizzazione di un film, dal regista al produttore, dall’attore allo sceneggiatore, allo stunt-man. Pochi, però, hanno provato a spiegare cos’è il cinema per quelli che ci lavorano. L’ha fatto, naturalmente, François Truffaut con Effetto notte, in cui non ha solo raccontato (esagerando) quello che succede su un set ma anche quella che può essere l’ossessione per il cinema che ha una persona che ha sempre sognato di poterci lavorare. L’ha fatto, però, anche Elia Kazan quando ha portato sullo schermo il romanzo di Francis Scott Fitzgerald Gli ultimi fuochi.
On-line vs Cartaceo: alla fine ne resterà soltanto uno. Forse.
Antonio Capellupo è un altro di quei ragazzi che ogni tanto mi scrivono per chiedermi informazioni e dichiarazioni per la tesi che stanno scrivendo sulla critica cinematografica. Mi ha contattato lo scorso marzo per farmi giusto un paio di domande su come funzionano le cose nell’ambiente di internet, ma al suo relatore le mie risposte sono piaciute talmente tanto da decidere di fare una vera e propria intervista e pubblicarla integralmente invece che limitarsi a qualche estratto all’interno del testo.
L’intervista mi dà modo di dire due parole sull’organizzazione di CineFile, ma verte quasi esclusivamente sul rapporto tra la critica on-line e quella cartacea, che è poi anche l’argomento dell’ultimo post del Diario, per questo la pubblico adesso invece di aspettare di ricevere la versione definitiva della tesi. Leggi tutto il post
La morte della critica secondo i nuovi critici
Nel numero del marzo 2009, Ciak ha pubblicato un’inchiesta firmata da Andrea Morandi a proposito della dualità tra critici della carta stampata e critici che lavorano per il web. Al di là del fatto che Morandi mette nello stesso pentolone siti di critica, siti sul cinema e blog dedicati al cinema – che sarebbe un po’ come scrivere un articolo sui telegiornali e poi mettere i Tg sullo stesso piano dei programmi di informazione e quelli di gossip – la cosa interessante sono i tanti interventi più o meno autorevoli raccolti da Morandi e da Alessandra De Luca. Ne esce una panoramica forse poco chiara ma che dà lo spunto per fare diverse riflessioni sull’argomento. Riflessioni che, come spesso accade sulle pagine di Ciak, nell’articolo non sono che accennate. Leggi tutto il post
Roger Ebert e l’età oscura della critica
Rogert Ebert è stato il primo critico cinematografico a vincere il Premio Pulitzer, nel 1975, prima di essere affiancato nell’impresa da Stephen Hunter nel 2003 e Joe Morgenstern nel 2005. Critico del Chicago Sun-Times dal 1967, ha forse raggiunto fama prima nazionale e poi mondiale grazie al programma televisivo At the movies, che lo vedeva recensire i film in uscita negli Stati Uniti in compagnia del critico del Chicago Tribune Gene Siskel. Alla morte di quest’ultimo nel 1999, Ebert è stato affiancato in studio da Richard Roeper, ma nel 2006 Ebert ha dovuto abbandonare la trasmissione perché l’ultima operazione cui è stato sottoposto a causa di un cancro alla tiroide l’ha lasciato praticamente afono. Leggi tutto il post
I giovani, la passione e i soldi
Come si diceva qualche post fa, per i giovani farsi strada nel mondo del lavoro oggi è tutt’altro che facile. Peggio ancora nel mondo della critica cinematografica, come dimostra anche la tesi di laurea di Luca Marra dedicata alla critica cinematografica di cui ho parlato a fine maggio e che da oggi trovate in versione integrale nella sezione e-book. Comunque, molti ragazzi entrano nel nostro ambiente scrivendo gratuitamente per un qualche sito internet, sperando di riuscire poi a trasformare questa esperienza in un lavoro regolarmente retribuito. Ci riescono in pochi, e alcuni di questi pochi sono stati intervistati nel dicembre 2008 da Peter Debruge di Variety, che ha scoperto come la maggior parte tenga inconsapevolmente in mente un consiglio di Mark Twain: «scrivi gratuitamente fino a quando qualcuno non si offre di pagarti per scrivere. Se non trovi nessuno nel giro di tre anni, vuol dire che spaccare legna è il mestiere per te». Leggi tutto il post
Televisione e buoni maestri
Permettetemi di uscire un attimo dal seminato di questo blog e per una volta, anziché parlare di critica cinematografica, mettermi a fare critica cinematografica. Anzi, addirittura critica televisiva.
Poco più di un anno fa ricevo un messaggio su Wikipedia in cui mi si chiede di cambiare un link nella mia pagina utente. Un collega del progetto cinema mi avvisava infatti che la pagina Heroes (serie televisiva) era stata rinominata in Heroes (serial televisivo). Chiedo spiegazioni e mi sento dire che il progetto televisione aveva deciso di adottare la nomenclatura codificata dagli accademici. Faccio diligentemente la modifica al link e poi scrivo all’amico Davide Barzi, che oltre ad essere un tuttologo è anche un collaboratore di Telefilm Magazine, per avere lumi riguardo questa categorizzazione di cui non avevo mai sentito parlare. Leggi tutto il post
Perché i giovani faticano a trovare spazio
Provate a chiedere ad un ragazzo appena uscito dall’università se è facile trovare un posto (retribuito) come critico cinematografico, o in una qualunque altra redazione giornalistica. Provate a chiedere ad uno scrittore esordiente se è facile trovare un editore che pubblichi (pagandoti) i tuoi scritti. Provate a chiedere ad un giovane regista se è facile trovare un produttore pronto a finanziare il suo lungometraggio di esordio.
In tutti e tre i casi, avrete la stessa risposta.
Le ragioni dietro questa enorme difficoltà che i giovani trovano nel potersi esprimere a livello professionale sono molte. Leggi tutto il post
La critica cinematografica su internet
Ogni tanto mi capita di essere contattato da qualche studente universitario che sta preparando una tesi sulla critica cinematografica ed è interessato al mio parere riguardo al mondo dei siti di critica. Non capita spessissimo, ma capita. Uno di questi studenti mi scrisse nel dicembre del 2007. Si chiama Luca Marra e all’epoca stava preparando una tesi intitolata “Origini, sviluppi ed eclissi della critica cinematografica” per il corso di laurea di Scienze della Comunicazione dell’Università Suor Orsola Benincasa di Napoli. Leggi tutto il post
Il linguaggio del cinema secondo Morando Morandini
Quello che segue è il testo scritto da Morando Morandini come presentazione del ciclo di lezioni da lui tenuto nel 1997 presso l’Università Statale di Milano.
Al di là dell’occasione per la quale è stato scritto, offre degli ottimi spunti di discussione riguardo il modo di guardare e analizzare il cinema, compresa una curiosa ma non banale inversione di prospettiva.
Ho letto, tempo fa, un articolo del matematico Federico Starnone. Diceva che, in fondo, la matematica è un linguaggio, ossia un modo di dichiararsi, esprimersi. E che, come tutte le lingue, non si impara leggendo una grammatica, ma si ha bisogno di una scuola e di un insegnante: «Alla maniera di certe malattie, non si trasmette via carta, ma per contatto». Perciò, se si vuole impararla, non basta comprare libri e leggerli fino in fondo: bisogna anche parlarne, discuterne, trovarsi un buon maestro, «qualcuno infetto e disposto a contagiare.» Leggi tutto il post
Alcune note sullo scrivere recensioni
Poco prima di partire per il Vietnam, il personaggio di Bubba racconta a Forrest Gump che:
[…] il gambero è un frutto del mare. Te lo puoi fare sia arrosto che bollito, grigliato, al forno, saltato… C’è lo spiedino di gamberi, gamberi con cipolle, zuppa di gamberi, gamberi fritti in padella, con la pastella, a bagnomaria, gamberi con le patate, gamberi al limone, gamberi strapazzati, gamberi al pepe, minestra di gamberi, stufato di gamberi, gamberi all’insalata, gamberi e patatine, polpette di gamberi, tramezzini coi gamberi […]
…ma alla fine sono sempre gamberi. Leggi tutto il post
Medusa Film e la pirateria
Roma, 6 Aprile 2009
S’informa che a partire da oggi, per motivi legati a incresciosi episodi di pirateria audio avvenuti durante le proiezioni per la stampa quotidiana, tutti i film di produzione estera distribuiti da Medusa saranno proiettati in versione originale con sottotitoli italiani. Per la stampa periodica si era già provveduto in tal senso, limitatamente alle versioni originali senza sottotitoli. Nel caso di “Disastro a Hollywood” non è escluso che si debba procedere alla proiezione della versione originale tout-court, mancando i tempi tecnici per l’allestimento di una copia sottotitolata.
Con i migliori saluti
Claudio Trionfera Leggi tutto il post
Intervento di Andrea Occhipinti su “La Prima Linea”
La polemica può essere talvolta il sale della democrazia, lo stimolo al confronto. L’imprecisione e la superficialità, invece, sono sempre l’avvilimento del diritto all’informazione. Forse l’articolo di Libero del 29 marzo, a firma di Maria Paola Gianni, aveva l’ambizione di essere polemico; ma nel riportare il parere dell’ex generale James Dozier, sequestrato dalla BR nel 1981 e poi liberato dalla polizia italiana, ha riportato inesattezze, veri e propri errori, semplificazioni, giudizi sommari. Leggi tutto il post
La manipolazione intellettuale dei critici cinematografici
Lo scorso 3 marzo l’allenatore dell’Inter José Mourinho ha rilasciato in conferenza stampa dichiarazioni di fuoco contro tutto e tutti nell’ambiente del calcio italiano, dichiarazioni che facevano seguito alle polemiche riguardanti il rigore accordato all’Inter nella gara contro la Roma, poi conclusasi col punteggio di 3-3. Mourinho se l’è presa anche e soprattutto con i giornalisti sportivi, a suo dire privi di onestà intellettuale e più interessati a manipolare l’opinione pubblica che a parlare di ciò che è realmente interessante nel mondo del calcio.
Qualche giorno dopo il giornalista di fede nerazzurra Gianluca Rossi torna sulla questione dalle pagine del sito Tutto Mercato Web, commentando le parole dell’allenatore portoghese ed esprimendo la propria opinione sulla classe dei giornalisti sportivi. Leggi tutto il post
Genesi di un’antologia
Perché dodici, perché racconti e perché raminghi. I dodici racconti di questo libro sono stati scritti nel corso degli ultimi diciotto anni. Prima della loro forma attuale, cinque sono stati articoli di giornale e sceneggiature cinematografiche, e uno è stato un serial televisivo. Un altro lo raccontai quindici anni fa durante un’intervista registrata, e l’amico cui l’avevo raccontato poi lo trascrisse e lo pubblicò, e adesso l’ho riscritto a partire da quella versione. E’ stata una strana esperienza creativa che merita di essere spiegata, anche solo perché i bambini che da grandi vogliono diventare scrittori sappiano fin d’ora quanto è insaziabile e corrosivo il vizio di scrivere. Leggi tutto il post