Sugli editori a pagamento
Come aveva ben spiegato Mark Twain, ci sono molti motivi per cui i giovani faticano a trovare spazio nel mondo dell’editoria, non solo in quello della critica cinematografica. In questi ultimi anni, uno spazio alternativo di espressione è stato offerto dagli editori a pagamento e da quelli on-demand. Per quanto si tratti di due tipi di editori abbastanza diversi come impostazione (i primi guadagnano grazie all’autore, i secondi grazie alle vendite), hanno molti punti in comune. E presentano praticamente gli stessi pericoli per gli autori inesperti.
Per quanto siano una risorsa che molto raramente può interessare chi si occupa di critica cinematografica, vale comunque la pena di affrontare l’argomento perché può ugualmente offrire spunti interessanti per capire meglio in che tipo di situazione si può venire a trovare l’esordiente che si affaccia nel mondo dell’editoria. E’ un argomento di cui a dir la verità si è parlato spesso un po’ dappertutto, nell’ultimo paio d’anni. Per affrontarlo ho deciso di riprendere un post che Elvezio Sciallis ha pubblicato nel suo bel blog, Malpertuis, verso la metà di ottobre 2010, raccontando la sua personale esperienza con gli editori a pagamento in modo da dare alcuni preziosissimi consigli a chi affronta l’ambiente per la prima volta. Leggi tutto il post
Decalogo (doppio) per giovani critici
Non sono pochi i giovani, studenti o laureati, che in questi anni mi hanno rivolto la domanda: come si diventa critici di cinema? Mi venne in mente così – un po’ sul serio, un po’ per scherzo – di buttar giù un decalogo per giovani critici. Poiché il dieci non mi bastava, ho raddoppiato.
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