Ancora sul conflitto di interessi

Scritto da Alberto Cassani martedì 6 dicembre 2011 
Archiviato in Quelli che scrivono...

Non si può certo far finta – peggio ancora illudersi – che con il recente cambio del Presidente del Consiglio sia scomparso il conflitto di interesse nel nostro paese. Anzi… Ma lasciando da parte la poltica e l’universo ad essa collegato, dei piccoli casi di conflitto di interesse nel mondo della critica cinematografica mi è già capitato di scrivere in passato. In uno dei commenti che fecero seguito a quel post, feci un esempio per far capire meglio quanto secondo me sia squalificante a livello di credibilità un certo tipo di comportamento che invece è evidentemente considerato lecito da molti colleghi. Scrissi infatti che se un critico fosse sposato con un’attrice, il suo direttore non gli permetterebbe mai di recensire i film la cui protagonista è sua moglie. A quanto pare ciò che io davo per scontato in realtà non lo era affatto, visto che un mese fa qualcuno ha pensato bene di far recensire un film da uno degli attori che vi hanno recitato. Che poi, in questo non ci sarebbe niente di male se – per fare un esempio banale – si chiedesse a Fabio Volo di presentare in un articolo l’ultimo film tratto dal suo ultimo libro. Sarebbe una cosa chiaramente pubblicitaria (sia per il libro/film sia per la testata che pubblica l’articolo) e corretta nei confronti dei lettori, perché si fa loro chiaramente sapere che cosa stanno per leggere. Quando invece si vuol far passare per obiettiva una recensione che non può assolutamente esserlo (nonostante tutti gli sforzi che l’autore può aver fatto in questo senso), allora si dimostra ben poco rispetto per il proprio pubblico e ancor meno per il proprio lavoro. Il commento cui facevo riferimento all’inizio l’avevo concluso con queste parole:

Dal punto di vista professionale queste situazioni di conflitto di interessi minano pesantemente la credibilità di chi scrive, che ci siano buone intenzioni o meno. E’ impossibile convincere il lettore che nella recensione non si sono presi in considerazione i rapporti personali, anche se davvero non li si è presi in considerazione. Ma questo è un problema che, evidentemente, i direttori e i giornalisti affrontano solo se è ovvio che i lettori sono a conoscenza di questi rapporti personali.
Il conflitto di interessi non è una cosa aleatoria, non è una cosa astratta: il conflitto di interessi è una cosa che esiste, o che non esiste. Il punto non è volerlo sfruttare o cercare di non sfruttarlo, non è cercare di ignorarlo: è evitarlo.

Mi viene da pensare che, invece, per molti critici il punto non sia evitare il conflitto di interessi, ma nasconderlo. Mi viene da pensare che secondo loro, se il lettore non sa dell’esistenza del conflitto di interessi allora non c’è niente di male. Il giornalista sposato con l’attrice è una cosa nota al pubblico, e quindi impossibile da sfruttare; del giovane critico che ha una parte in un film non si accorge nessuno e quindi va benissimo… Mi si farà notare, a questo punto, che Morando Morandini non si è mai impedito di recensire Prima della rivoluzione di Bernardo Bertolucci, in cui si sa benissimo che recita una parte. Secondo me, in questo Morandini ha sempre sbagliato. Come accennavo più su, per quanto il critico possa sforzarsi, non potrà mai essere realmente obiettivo (in un senso o nell’altro) nei confronti di un film in cui è coinvolto in prima persona. Nell’ambiente si è sempre detto che un critico non dovrebbe essere amico di chi i film li realizza, e lo stesso Morandini ha scritto nel suo Decalogo (doppio) per giovani critici «I critici devono essere sociali, non socievoli. (Con registi, attori, produttori ecc., intendo). Se sono anche socievoli, a loro rischio e pericolo.»

Un rischio che – e arriviamo finalmente alla recensione di partenza – hanno deciso di correre, magari senza neanche porsi il problema, Francesco Manca e il portale EveryEye. Prima che possiate chiederlo: sì, è lo stesso Francesco Manca che ha scritto una trentina di recensioni per CineFile, il che ammanta pericolosamente tutto questo articolo delle stesse nebbie del conflitto di interessi che si premura di denunciare. Quali mai potranno essere le segrete ragioni che mi spingono a criticare pubblicamente il suo lavoro? Sta di fatto che Francesco ha pubblicato su EveryEye una recensione de I soliti idioti, il chiacchierato film tratto dalla sit-com di MTV. Come si può leggere anche sulla wikipagina dedicata alla serie, Francesco Manca ha un ruolo ricorrente nel telefilm, che ha ripreso anche nella versione cinematografica. Non voglio entrare nel merito dei contenuti della recensione, perché come ho scritto e ripetuto il punto non è cercare di sfruttare o sforzarsi di non sfruttare il conflitto di interessi, ma evitarlo. Francesco ha evidentemente pensato di poter scrivere una recensione obiettiva nonostante tutto, senza probabilmente preoccuparsi di cos’avrebbero pensato i lettori che l’avessero riconosciuto nel film. I responsabili del sito – che a giudicare da questo video non potevano non sapere del rapporto di Francesco con la serie Tv – probabilmente hanno ritenuto che non ci fosse nulla di male nel fargli recensire il film. Hanno ritenuto, cioè, che una simile recensione non potesse minare la credibilità del sito e dello stesso Francesco Manca. E secondo me hanno sbagliato alla grande: loro non avrebbero mai dovuto affidare a Francesco questa recensione e Francesco non avrebbe mai dovuto scriverla. Vero che nessuno dei tanti utenti che hanno commentato sembra essersi accorto della cosa, ma nel momento in cui un commentatore l’avesse fatto notare cos’avrebbero pensato tutti gli altri? Sinceramente, dubito che quelli di EveryEye se lo siano chiesto. Io invece mi chiedo la stessa cosa che mi chiesi quasi quattro anni fa: d’accordo voler assolutamente coprire un film che avrebbe di certo interessato molto i lettori del sito, ma in redazione non c’era proprio nessun altro che poteva scrivere la recensione?

UPDATE 20/12/12: E’ uscito il seguito del film, I due soliti idioti, e Francesco Manca l’ha recensito sia su EveryEye sia su Nocturno, nonostante nel frattempo sia diventato anche di dominio pubblico il fatto che lui sia il cugino del protagonista. Dietro questa decisione ci sarà sicuramente qualche motivazione che agli occhi di chi l’ha presa apparirà perfettamente logica e plausibile (come spiega il direttore del canale cinema di EveryEye nei commenti qui sotto, infatti), ma a me continua a sembrare una situazione assolutamente da evitare.

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Commenti

6 risposte a: “Ancora sul conflitto di interessi”

  1. Marco Lucio Papaleo ha scritto domenica 11 dicembre 2011 03:46

    Salve. Sono Marco Lucio Papaleo, Direttore Editoriale di Movieye (la sezione Cinema e Home Video di Everyeye.it), ovvero il tremendo colpevole del misfatto incriminato dall’articolo, ovvero assegnare a Francesco Manca la recensione di un film di cui conosce i realizzatori.
    Premetto che trovo questo post un po’ deprimente, perché da uno spunto assolutamente condivisibile si tenta di arrivare a conclusioni eclatanti che, alla fine, si dimostrano per quello che sono -ovvero aria fritta- anche senza un intervento chiarificatore, che tuttavia mi sento in dovere di scrivere.
    In primis: il fatto stesso di voler screditare un proprio ex redattore parla da solo, se si tratta l’argomento “conflitto di interessi”. È un po’ darsi la zappa sui piedi prima di cominciare, e non c’è sicuramente bisogno di spiegare perché.
    Secondo: Se il signor Cassani ha avuto tutto questo tempo da perdere per cercare le ‘prove’ del legame di Manca con Mandelli e Biggio e soprattutto della nostra consapevolezza dello stesso, scovando news vecchie di diversi mesi, poteva benissimo anche farci avere notizia della cosa personalmente, mandandoci una mail, scrivendo un commento in calce alla recensione o quantomeno invitandoci a rispondere su queste pagine. Imbastire un processo senza l’imputato lo trovo un po’ vigliacco. “Ti piace vincere facile?”
    Terzo: Cassani pecca di presunzione. Pretende di sapere tutto solo presupponendolo ma, mi spiace per lui, per diventare lo Sherlock Holmes di Robert Downey Jr. di strada da fare ne ha ancora molta, per non dire troppa. Pretende di sapere che noi abbiamo voluto ‘occultare’ una verità scomoda, pretende di ‘sapere che noi sapevamo’, pretende di sapere che noi manchiamo volutamente di rispetto verso il nostro pubblico e il nostro lavoro, venendo lui stesso a mancare di rispetto a noi e al nostro lavoro.
    Allora. Premetto che io ricopro questo ruolo solo dal luglio scorso, e che prima ero solo un redattore tra i più prolifici del sito. Francesco l’ho conosciuto solo dopo la mia investitura, e la sezione serial non la seguivo prima da lettore/collaboratore né è di mia competenza ora, quindi il video riportato come ‘prova’ non vale un fico secco come prova che mi ‘inchioda’… Oltretutto, un sito delle dimensioni Everyeye non può essere supervisionato interamente da una sola persona, e il responsabile cinema non è lo stesso di quello serial, quindi non notare una news è normalissimo.
    “che a giudicare da questo video non potevano non sapere del rapporto di Francesco con la serie tv”…mi sa che qui si è giudicato un po’ male! 😛 E già questo mostra i limiti della supponenza…
    Anyway, la domanda è: ma non avevamo nessun altro che poteva fare la rece al posto suo? Sì e no.
    La dinamica dei fatti, logicamente sconosciuta al Cassani – che tuttavia pretende di indovinare tutti i retroscena – è stata questa: arrivano gli inviti per l’anteprima del film e gli incontri stampa. Francesco si offre per intervistare il duo comico, visto che già li conosce non ci voleva niente a farsi dare un’intervista esclusiva. E in questo non c’è niente di male, credo: non c’è niente di strano nel conoscere un attore e chiedergli un’intervista. Che lo conosciamo o meno, il grado di pubblicità che gli facciamo è lo stesso, perché l’attività non implica giudizio. Ad ogni modo: Francesco si propone per l’intervista ma mette subito le mani avanti dicendo “la recensione però falla fare a un altro, io ho collaborato nella serie televisiva e anche se non ho nulla a che fare col film qualcuno potrebbe avere da ridire”. Caso volle che, tuttavia, assegnarlo ad un altro recensore diventasse problematico (eravamo sotto Lucca Comics e Festival di Roma, con tutti i romani impegnatissimi) e quindi è venuto infine naturale assegnare il pezzo a Francesco. Anche perché, è questo è risaputo, sebbene i redattori di Movieye siano onnivori, ognuno ha un campo di ‘specializzazione’ e tendo ad assegnare, per quanto possibile, i film a seconda delle affinità e delle conoscenze. C’è chi è esperto di horror, chi di animazione, e così via. Più ferrato di Francesco, rispetto alla serie, naturalmente non c’era nessuno. E già dal poco tempo trascorso dalla sua conoscenza, Francesco mi ha fatto capire benissimo che era in grado di scindere la sfera personale da quella lavorativa. Io ho la possibilità di potermi FIDARE dei miei redattori, assicurando in piena coscienza ai miei lettori che leggeranno sempre la recensione di qualcuno ferrato nella materia in questione. Quindi, in realtà, è il contrario rispetto alle accuse: ho dato ai miei lettori il meglio disponibile, non una cosa faziosa. E dall’articolo si vede benissimo che il giudizio non è influenzato dalla conoscenza diretta dei realizzatori.
    Infine, giusto per ricordare che qui si tiene un processo basato su prove aleatorie e supponenza gratuita, ricordo che Francesco ha partecipato alla serie, ma nel film NON C’E’. Quindi, prima di montare un caso ad arte senza che poi questo porti da nessuna parte, se non ad una esposizione ridicola, parziale e di parte, Cassani dovrebbe informarsi meglio. Perché questa si chiama diffamazione.
    Io, da lettore di questo blog, resterei parecchio deluso nello scoprire che su queste pagine si tende a spacciare la verità supposta per verità assoluta.
    Il Cassani mi perdoni la parafrasi ma “Quando si vuol far passare per oggettiva una critica che non può assolutamente esserlo (nonostante tutti gli sforzi che l’autore può aver fatto in questo senso), allora si dimostra ben poco rispetto per il proprio pubblico e ancor meno per il proprio lavoro.”
    Tante buone cose,
    Marco Lucio Papaleo.

  2. Alberto Cassani ha scritto domenica 11 dicembre 2011 05:09

    Marco, nessuna supponenza da parte mia, né tantomeno volontà di fare un processo a dei colleghi. Ma nemmeno di screditarli: se in una recensione scrivo che il tal attore ha fatto male ad accettare di recitare nel tal film, lo sto screditando o sto solo criticando quel suo lavoro specifico? Tantopiù che non ho espresso giudizi sul contenuto della recensione di Francesco.
    Il senso di questo blog è far capire a chi non lavora in questo ambiente come girano le cose e quanto è facile commettere errori (e, spero, far capire come ridurli al minimo). A volte scrivo di errori miei a volte di altri, a volte porto ad esempio testi illuminanti a volte sbagliati.
    Come già avevo fatto nell’altro post sull’argomento, io non metto assolutamente in dubbio le vostre intenzioni e la vostra buona fede, né di voi come sito né tantomeno di Francesco: io metto in dubbio l’opportunità di fare la scelta che avete fatto. Per una questione di credibilità, come ho scritto: è impossibile convincere un lettore della vostra buona fede, com’è impossibile convincere un lettore della mia in questo articolo. Per lo stesso motivo: conflitto di interessi. I dubbi che tu puoi avere su quello che io ho scritto qui sopra sono gli stessi che i lettori che sanno di Francesco hanno di quella sua recensione. Spero che tu lo capisca. E’ rendere evidente questi dubbi, il perché nascono, che era il senso del mio post.
    Tu stesso hai appena confermato che sapevi del coinvolgimento di Francesco con la serie, dandomi quindi ragione pur scrivendo che avevo giudicato male. Io non ho mai scritto che avete voluto “occultare una verità scomoda”, ho scritto quello che tu hai appena confermato: che lo sapevate e nonostante questo avete (hai) preso questa decisione. E ora sei giustamente qui a difenderla, ma per me continua ad essere una decisione sbagliata, come ritengo sia sbagliata la decisione di Morandini di rencensire “Prima della rivoluzione”. Non sarebbe stato meglio far scrivere a Francesco un dietro le quinte acritico e pubblicare una recensione vera e propria solo in seguito, facendola scrivere a qualcun altro appena possibile? Come fanno, i lettori, ad essere sicuri che il giudizio di Francesco non è stato influenzato (anche solo inconsciamente) dai rapporti che ha con gli autori del film?
    Bada bene che io non sto dicendo che Francesco si è fatto influenzare (ma credo sia assodato che non può avere lo stesso distacco di un critico completamente esterno al film, e lui lo sapeva benissimo visto che dici che non avrebbe voluto recensire il film), sto dicendo che questo è ciò che molto probabilmente i lettori penserebbero se sapessero del suo coinvolgimento. Tu ti puoi fidare ciecamente dei tuoi collaboratori, così come io mi fido dei miei, ma i nostri lettori non possono avere questo stesso grado di fiducia, per definizione. Sinceramente, che tipo di commenti pensi sarebbero arrivati al sito se aveste scritto chiaramente qual era il coinvolgimento di Francesco nella serie? Te l’eri chiesto, questo, prima di fargli scrivere la recensione? Perché per come vedo io le cose, a volte è preferibile assegnare una recensione a un critico meno esperto ma più distaccato. Questa sarebbe stata una di quelle volte.

    Detto questo, due retroscena: innanzitutto dell’esistenza del video-messaggio ero già a conoscenza perché me ne aveva parlato all’epoca lo stesso Francesco, ho solo dovuto cercare il link (al di là che non capisco perché leggere i siti di critica cinematografica debba essere considerata una perdita di tempo…). E poi a me risulta che Francesco nel film (che però non ho visto) ci abbia recitato, dato che aveva l’accredito al Festival di Venezia per CineFile ma non è potuto venire al Lido proprio perché in quei giorni doveva girare (e tu sei stato in predicato di prendere il suo posto in casa da noi, ti ricordi?). Poi magari hanno tagliato le sue scene in montaggio, ma cambia poco.
    Infine, il Diario avvisa automaticamente tramite trackback i siti esterni che vengono citati negli articoli. Ho dato per scontato che a voi fosse arrivata la notifica, dato che era arrivata persino a la Repubblica qualche mese fa. Solo per questo non ho pensato di avvisarvi direttamente, non certo per volontà di imbastire un processo in contumacia. O per diffamare, addirittura…

    Buon lavoro!

  3. Marco Lucio Papaleo ha scritto sabato 5 gennaio 2013 22:04

    È bello vedere che esistono ancora paladini del giornalismo “sano” dediti a far luce sui peggiori esempi di cattivo giornalismo e conflitto d’interessi. Si vede che non hanno niente di meglio da fare, buon per loro che possono permettersi di perder tempo a scrivere fandonie (e ad aggiornarle con altre corbellerie a distanza di un anno). Avevo lasciato perdere l’idea di continuare la discussione, l’anno scorso, perché mi sembrava sinceramente inutile dovermi giustificare ulteriormente dopo aver spiegato per filo e per segno che noi, faziosi, non lo siamo mai stati, quando semmai era il tuo articolo ad essere ingannevole e screditante.
    E sinceramente non credo che il tuo update meriti neppure la considerazione che gli sto dando scrivendo queste poche righe. Tuttavia vorrei farti notare che il nuovo film ha preso un votaccio sulle nostre pagine, quindi non capisco proprio quale dovrebbe essere il problema. Il recensore è cugino di uno dei protagonisti del film, che ha giudicato sinceramente brutto. Gli avesse dato 8, capirei. Ma siccome è successo l’opposto, non vedo perché dovresti lamentarti. Volevamo anzi scrivere anche un articolo “dietro le quinte” per spiegare il film e tutto il resto visto “dal di dentro” proprio perché non abbiamo niente da nascondere (e non per mancanza di pudore, ma per coscienza pulita) ma poi è saltato per motivi di tempistiche e perché, ripeto, non abbiamo nulla da giustificare. Scrivo qui solo perché trovo ridicolo che si facciano le pulci (inesistenti) al lavoro degli altri quando il proprio è fazioso (e il solo fatto che tu ci “aspettassi al varco” ne è la prova).
    Tante belle cose e buon anno.
    p.s. Francesco mi chiede di informarti che ha parlato (male) del film anche su Nocturno, tante volte volessi recuperare la rivista.

  4. Alberto Cassani ha scritto domenica 6 gennaio 2013 01:46

    Ci mancherebbe, Marco: non avete assolutamente niente di cui giustificarvi – soprattutto verso di me – visto che siete convinti di non aver fatto nulla di sbagliato. D’altra parte se prendiamo una multa è colpa del vigile che ce l’ha data, mica nostra… Il tuo insistere sul fatto che Francesco ha scritto male del film dimostra che a distanza di un anno ancora non avete capito il problema: è una questione di credibilità agli occhi del pubblico, non di sincerità e onestà intellettuale. Ma è inutile insistere. Se non capite perché non è credibile un critico che recensisce un film con cui ha contatti diretti professionali e personali, non so cosa farci.

    Tanto per dire, domani sera (la notte tra domenica e lunedì) negli Stati Uniti va in onda un film-tv tratto da un romanzo che in Italia ho tradotto io. Per quanto mi piacerebbe farlo, non mi sogno minimamente di scriverne la recensione, perché non sarebbe giusto: qualunque cosa io scriva di quel film, presterebbe il fianco a eventuali dubbi da parte del lettore. E questa è una cosa che ritengo nessun critico si possa permettere, se vuole essere credibile. Voi avete evidentemente altre opinioni, in materia. Siete liberissimi di continuare a seguirle, e io lo sono di criticarle.

    Tra l’altro, io invece continuo a non capire perché le persone di cui scrivo si stupiscono che io le legga. Non è normale per un critico cinematografico leggere quello che scrivono i colleghi? Tu leggi solo ed esclusivamente EveryEye? E’ così incredibile che un critico abbia voglia di sapere se le proprie opinioni sono condivise da chi fa il suo stesso mestiere? E – nello specifico – è così incredibile che tra i siti italiani di critica cinematografica che visito ci sia anche EveryEye? Ecco, questo proprio non lo capisco… Non vi ho mica “aspettati al varco”: ho visitato il vostro sito come faccio ogni settimana e ho visto chi aveva scritto la recensione. Vi sembra così strano? Mah…

    Ad ogni modo complimenti per la costanza nel rispondermi (a meno che tu non abbia avuto un colpo di fortuna al primo colpo), perché oggi è tutto il giorno che il server ci fa diventare matti e per buona parte del tempo il sito è stato irraggiungibile (forse all’alba di mezzanotte e mezzo abbiamo risolto, ma forse). E grazie per avermi fatto sapere dell’articolo su Nocturno, ho corretto di conseguenza l’update.

    Buon anno!

  5. Marco Lucio Papaleo ha scritto sabato 12 gennaio 2013 16:34

    Be’, innanzitutto ti ringrazio (sinceramente) se ci segui, in generale, sulle pagine di EE. Forse è che, nonostante ricopra la carica ormai da un anno e mezzo, mi viene ancora difficile credere quanta gente legga, effettivamente, quello che scriviamo io e miei redattori…
    Anche io leggo le opinioni dei colleghi, chiaramente. In particolare quelle dei colleghi che stimo. Quindi, ti ringrazio doppiamente.
    Tornando alla questione: sì, mi sa che la tua visione ‘integralista’ (in senso buono) cozzi con la mia… la vogliamo definire ‘sprezzante’?
    Nel nostro lavoro, arrivati a un certo livello (neanche necessariamente altissimo), arrivi a conoscere il mondo del cinema (teatro, tv, sport, quello che vuoi) dall’interno e necessariamente chi ci lavora. E magari ci fai anche amicizia. Il che non vuol dire che “ci si faccia i favori a vicenda” ma che è normale che finisca per conoscere chi dovrei giudicare professionalmente. Il riuscire ad essere onesti proprio parlando senza peli sulla lingua del loro lavoro, in modo pubblico, per me è un’attestazione di onestà, non il contrario. “Sì, lo conosco, e non ho problemi a dire a lui e a voi cosa ne penso del suo lavoro”. Poi, se non si vuole credere alla buona fede del critico, è una cosa legittima, legittimissima.
    Però, lo dico senza problemi, io la recensione del film di Rocco Papaleo l’ho fatta. Firmata da Marco Lucio Papaleo. A differenza del caso Mandelli/Manca si può benissimo pensare fin da subito che siamo parenti (c’è una lontana ascendenza, effettivamente) ma me ne frego, perché il mio pensiero è sincero, e chi legge può pensare quel che vuole, personalmente.
    Se il pensiero è onesto, il resto, nella mia personalissima opinione, non conta.
    Detto in due parole, scherzando: se Nicolas Cage andasse a dire in giro che Il Padrino è un bel film, la gente gli direbbe forse “Egggrazie al cappio, lo dici perché l’ha fatto tuo zio”? Se il nipotino del signor Ferrero dicesse “La Nutella è buonissima” penseresti che è sincero o che c’è conflitto di interessi? XD
    Ad ogni modo, nessun rancore, e grazie anzi del chiarimento.
    Ciauz
    p.s. in effetti, la prima volta che ho provato a postare la risposta non c’era modo di aprire il sito, tanto che ci avevo rinunciato… poi sono stato avvisato da terzi che era tornato online. E’ antipatico avere beghe coi server. Spero almeno (per voi) che fosse per un traffico generato superiore al normale… dobbiamo affermare sempre più presso le major la voce di internet come autorevole e seguita, e i dati di google sono nostri alleati!

  6. Alberto Cassani ha scritto sabato 12 gennaio 2013 17:19

    Marco, secondo me fai due esempi sbagliati: noi la Nutella l’abbiamo mangiata e “Il Padrino” l’abbiamo visto, siamo in grado di confrontare la realtà (o quantomeno la nostra impressione della realtà) con l’opinione dell’interlocutore. Se, per fare un esempio inventato, Francis Ford Coppola ci dice che il nuovo film di suo figlio Roman, il cui montaggio non è ancora finito, è bellissimo, tu gli credi? Perché è questa la situazione in cui si trovano i nostri lettori la maggior parte delle volte, non hanno (almeno inizialmente) un metro di paragone con ciò che scriviamo e di conseguenza devono decidere se crederci o no solo sulla base di ciò che abbiamo scritto e di ciò che loro sanno di noi (compresa la lettura delle recensioni precedenti). E secondo me offrire il fianco ai loro dubbi è una pessima idea. Se poi questi dubbi sono campati in aria, come nel caso della tua non parentela con Papaleo, è un altro paio di maniche… Ma è un dato di fatto che Francesco abbia lavorato alla serie e che sia il cugino del protagonista, per cui non c’è da stupirsi se i lettori dubitano sulla sua sincerità.

    E’ chiaro che facendo questo lavoro da tanto quanto lo facciamo noi, contatti e amicizie nel mondo del cinema e nei suoi dintorni ci sono, ed è vero che questo non inficia necessariamente (ma fino a un certo punto) l’onestà delle opinioni che esprimiamo, però secondo me non si può prescindere da ciò che i nostri lettori penseranno. In fondo scriviamo per loro, mica per noi stessi o per i nostri colleghi. Se non riusciamo a essere credibili, allora il nostro lavoro non ha valore agli occhi di quelli cui il nostro lavoro è diretto.

    Tra l’altro, io col conflitto di interesse ho a che fare letteralmente dal primo giorno in cui ho iniziato a fare il critico professionalmente, visto che sul primo numero del settimanale su cui scrivevo uscì un’intervista al proprietario di un teatro milanese realizzata da sua figlia…
    Ma a proposito di amicizie nel settore, quando l’ex critico David Grieco diresse “Evilenko” ci fu la redazione di una rivista di settore che si palleggiò la recensione, perché Grieco era amico di tutti ma a tutti il film aveva fatto schifo e sapevano che se l’avessero scritto ci avrebbero litigato. Così la recensione la fece l’unico che Grieco non lo conosceva. Ecco, secondo me questo è il modo corretto di agire in questa situazione (o quantomeno, meno sbagliato: è comunque autocensura per non danneggiare/indispettire un amico).

    Per il server, alla fine abbiamo capito che i problemi non erano dovuti come pensavamo a un malfunzionamento del sistema operativo (completamente diverso da quello che usavamo prima) ma “semplicemente” all’opera di un hacker estone che sovraccaricava il server fino a farlo bloccare. Ci sono voluti cinque minuti per escludere il tipo, ma tre giorni per capire il problema perché era l’ultima cosa che pensavamo fosse possibile!

    Ad ogni modo, come ho scritto più e più volte, per la considerazione dei produttori verso i siti di critica ormai basta avere pazienza: la carta stampata si sta suicidando nemmeno troppo lentamente. Dobbiamo solo farci trovare pronti.

    Ciao!

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