“Halloween” e l’elasticità mentale
Scritto da Alberto Cassani venerdì 4 gennaio 2008
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Esce oggi nei cinema italiani “Halloween – The Beginning“, il quasi-remake del classico di John Carpenter firmato da Rob Zombie. L’anteprima stampa a Milano si è tenuta il 19 dicembre scorso, in una sala piena soprattutto di ragazzi di una qualche scuola di cinema non meglio precisata. Seduto accanto a me c’era Adriano De Carlo de Il Giornale, che non è certo un appassionato di cinema horror e che anche in questa occasione non ha dimostrato una grande elasticità mentale.
De Carlo e Pino Farinotti furono autori qualche tempo fa, attraverso le pagine di MyMovies, di alcuni articoli fortemente negativi nei confronti del moderno cinema dell’orrore e del suo pubblico – le cui motivazioni lascio a voi giudicare leggendo qui e qui. E’ curioso pensare che simili sparate siano fatte da un sito che si professa “dalla parte del pubblico”, quando certi contenuti sono la totale negazione dell’autorità del pubblico, ma non sorprende certo che a farle siano stati due critici che amano il cinema classico ma disprezzano quello moderno perché non riescono a riconoscercisi. Non è un caso, infatti, che i due odino Sergio Leone, perché per loro il cinema western è solo “Ombre rosse” e “Il cavaliere della valle solitaria” è il film più bello di tutti i tempi.
De Carlo, tanto per dire, si è rifiutato di vedere qualunque film di Daniel Craig dopo che questi era stato scelto come nuovo James Bond, perché «007 non è un lattoniere: cosa vuoi che ne sappia questo qui della differenza tra agitato e shakerato?» Ma De Carlo è anche quello che è arrivato all’anteprima stampa di “Final Destination 3” dicendo al pr della Eagle che lui la recensione l’aveva già scritta e che si prendeva la briga di vedere il film solo per controllare la correttezza di alcuni particolari.
De Carlo, comunque, era seduto accanto a me all’anteprima di “Halloween”, della cui serie ignorava tutto tranne l’esistenza di un primo capitolo risalente a vent’anni fa (sono 30, ma fa nulla). Alla fine della (in effetti noiosa) proiezione, mentre scorrevano i titoli di coda e dopo che gli avevo spiegato il finale, De Carlo se n’è andato dichiarando a voce alta che quello era «il peggior film che ho mai visto: noioso, brutto e ridicolo… e immorale!»
De Carlo, come detto, non brilla per elasticità mentale: come molti altri critici della vecchia guardia è legato ad un tipo di cinema ormai passato, ma a differenza di gran parte dei colleghi si rifiuta di considerarlo passato e si rifiuta di considerare seriamente quello moderno. «Il cinema non è nato con “Blade Runner“» è uno dei capisaldi della sua (e non solo sua) idea di cinema. E’ vero: il cinema non è nato con “Blade Runner“, ma forzando un po’ le cose si può dire che con “Blade Runner” sia nato il cinema moderno. Ma il problema vero, di certi critici di una certà età che i film di oggi non riescono (e non vogliono) capirli, è che continuano a credere che il cinema sia morto, con “Blade Runner“…
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Commenti
12 risposte a: ““Halloween” e l’elasticità mentale”
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Magari con Blade Runner nasce il cinema contemporaneo; quello moderno nasce con Hiroshima mon amour e A bout de souffle…
Il cinema contemporaneo non può essere nato nel secolo scorso, Emanuele…
E’ vero che i francesi hanno modernizzato il cinema, ma Scott l’ha modernizzato ancora di più. La musica moderna è quella elettronica, anche se una volta era quella di Charlie Parker. Allo stesso modo, l’attuale cinema moderno è nato con “Blade Runner”, anche se prima di lui ci sono stati altri tipi di cinema che sono stati moderni. Ma come ho scritto, è una forzatura…
Però devo dire che ci sono delle eccezioni anche fra i critici di una certa età, non tutti sono integralisti a tal punto. Ci sono anche quelli che amano l’ultimo Tarantino…
E tu, Alberto, sei il re dei cinici. Gli spieghi il finale, probabilmente mostrando la tua faccia migliore, e poi lo seppelisci qui sul blog. Un pò come hai fatto l’altra volta con la tua amica recensitrice. Grandissimo.
Ci sono anche quelli che amano l’ultimo Tarantino…
E questo sarebbe un pregio?
No, infatti. Però è sorprendente vederli tutti soddisfatti da un film simile…
Cassani so che non è bello parlare dei colleghi ma mi piacerebbe avere una tua opinione su Pino Farinotti che hai citato in questo post. Chiaramente non lo conosco di persona ma leggendo le sue cose e vedendo alcuni video mi da l’idea di essere un gran megalomane convinto di essere il miglior critico al mondo. E’ vero?
Direi che ci hai abbastanza azzeccato. In più, sopporta a fatica il cinema moderno e ormai ha chiaramente poca voglia di andare al cinema e vedere film. Però quando parla di cinema classico si illumina come un bambino il giorno di Natale. La prima volta che l’ho incontrato, la prima cosa che mi ha detto dopo avermi salutato è stata “ma tu a fare questo lavoro ti senti realizzato?”
Anche sentendolo parlare dei suoi libri l’impressione resta. Sembra che abbia scritto dei capolavori. E a dirla tutta non è che scriva da Dio le sue recensioni. Spesso ho trovato anche errori grammaticali e giri di parole inutili che alla fine non portano a nulla. (se anche i suoi romanzi sono così andiamo bene).
E’ proprio vero che spesso i più famosi e “apprezzati” non meriterebbero di trovarsi dove sono.
Attento però, perché la maggior parte delle recensioni del suo dizionario non sono scritte da lui ma dai collaboratori di MyMovies. Loro quando iniziano la collaborazione col sito firmano un contratto che prevede la totale cessione dei diritti su ciò che scrivono: fino all’edizione del dizionario prima di quest’ultima la recensione veniva pubblicata su MM ma se quando usciva il dizionario Farinotti decideva di utilizzarla, il nome dell’autore veniva tolto dal sito perché diventava di Farinotti. Ovviamente Pino rimastica quello che è stato scritto sul sito per adattarlo alla pubblicazione, ma comunque la recensione non è veramente scritta da lui anche se è firmata da lui. Che è poi quello che succede in ogni dizionario, con la differenza della pubblicazione sul sito. Adesso probabilmente le cose sono diverse perché Farinotti non è più il socio di maggioranza del sito (o forse non è più proprietario in nessun modo, non sono sicuro), quindi i rapporti sono cambiati anche se lui continua a poter usare liberamente tutti i testi del sito per il suo dizionario. Ricordo che la penultima edizione è stata la prima pubblicata dalle Edizioni Paoline e in quell’occasione lui riscrisse un sacco di recensioni per adattarle alla sensibilità del lettore cattolico, spesso stravolgendone volutamente il giudizio critico.
Riguardo la sua carriera, lui come molti critici della sua generazione sono arrivati a fare questo mestiere per caso: serviva qualcuno che si occupasse di cinema e hanno preso lui che era giovane e contava poco. Mi pare si trattasse di presentare i film che andavano in onda su Antenna 3, o roba del genere.
Ho letto su MM che stanno per fare un film dall’ultimo suo romanzo. Per il momento, se non mi sbaglio, l’unico adattamento uscito è “7 Km da Gerusalemme”. Non mi risulta che abbia collaborato alla sceneggiatura (nei crediti non compare) ma non mi ha esaltato molto, l’ho trovato un po’ pomposo soprattutto nei dialoghi. Tu lo hai visto?
Una cosa non ho capito bene. Le recensioni sul dizionario immaginavo che non fossero tutte sue, ma lui se ne impossessa quando deve pubblicarle sul dizionario oppure già quando sono su MM o su delle riviste, dietro la firma “di pino farinotti” ci sta qualcun’altro?
No, che io sappia gli scritti firmati da Pino Farinotti sono suoi. Le recensioni che su MyMovies non sono firmate e compaiono sul dizionario sono per lo più scritte da altri ma attualmente di proprietà dio Farinotti. Ad esempio quella del “Cavaliere della valle solitaria” che ho linkato è di Farinotti, invece quella di “C’era una volta il west” che ora non è più on-line era di Adriano De Carlo.
Se non mi sbagio, era già stato tratto un film da un altro suo libro. Di “7km” mi ha fatto vedere lui la scena iniziale e l’ho trovato insopportabile. Non mi pagano abbastanza per vederlo.