Congedo di presenza

Scritto da Alberto Cassani venerdì 5 aprile 2013 
Archiviato in Quelli che scrivono...

Roger EbertQuesta notte, il 4 Aprile 2013, è morto Roger Ebert, senza dubbio il critico cinematografico più famoso e più influente degli Stati Uniti. Attivo sul quotidiano Chicago Sun-Times, quindi in televisione prima insieme a Gene Siskel e poi con altri colleghi, e infine on-line con il suo sito e il suo blog, Ebert è stato il primo critico cinematografico a vincere il Premio Pulitzer, nel 1975 per l’insieme della sua opera critica. Due giorni prima di morire, in occasione del 46° anniversario della sua assunzione al Sun-Times, aveva salutato e ringraziato i lettori del suo blog, raccontando quale sarebbe stato il futuro, per lui e per le sue attività on-line. Probabilmente non c’è modo migliore per ricordarlo che riproporre quanto da lui scritto nell’occasione.

Grazie. Quarantasei anni fa, il 3 aprile 1967, sono diventato il critico cinematografico del Chicago Sun-Times. Da alllora alcuni di voi hanno letto le mie recensioni e i miei articoli, e alcuni mi hanno persino scritto. Altri hanno scoperto la mia opera critica grazie alla televisione, ai miei libri, al sito, al Festival del Cinema, all’Ebert Club o alla newsletter. Qualunque sia stato il modo in cui siete arrivati a me, sono felice l’abbiate fatto, e grazie di essere stati i migliori lettori che un critico cinematografico potrebbe volere.

Solitamente scrivo oltre 200 recensioni all’anno per il Sun-Times, che vengono poi distribuite dallo Universal Press Syndicate ad altri 200 giornali. L’anno scorso ho stabilito il record della mia carriera, con 306 recensioni, un post o due sul blog ogni settimana e vari altri articoli. Devo prenderla con più calma, ed è per questo che mi prenderò quello che chiamo un “congedo di presenza”.
Cosa diavolo è un congedo di presenza? Vuol dire che non me ne vado. La mia intenzione è di continuare a scrivere recensioni scelte, lasciando il resto a un gruppo di critici di talento scelti e molto apprezzati da me. Meglio ancora, sarò finalmente in grado di fare ciò che avevo sempre sognato: recensire solo i film che voglio recensire.
Allo stesso tempo, lancio la nuova versione migliorata di rogerebert.com e divento il proprietario del sito attraverso un’entità separata – Ebert Digital – guidata da me, dalla mia amata moglie Chaz e dal nostro brillante amico Josh Golden di Table XI. Allontanarmi dal lavoro quotidiano mi permetterà di continuare a fare il critico cinematografico per il Chicago Sun-Times e preparare altri progetti sotto il marchio Ebert per l’anno che viene.

Ebertfest, il mio Festival del Cinema che celebra il suo 15° anni, si svolgerà presso l’Università dell’Illinois a Urbana-Champaign, la mia alma mater e mia città natale, dal 17 al 21 aprile. In risposta alle vostre ripetute richieste di riproporre la trasmissione televisiva “At the Movies, lancerò nelle prossime settimane una raccolta di fondi con Kickstarter. E i videogiocatori stiano attenti, perché sto anche pensando alla versione cinematografica di un videogioco o di un’applicazione per dispostivi mobili. Una volta completata, potrete unirvi a me nel dibattito su cosa pensate sia arte e cosa no.
E continuerò a collaborare con il talentuoso regista Steve James sul documentario biografico che lui, Steve Zaillan e Martin Scorsese stanno girando sulla mia vita. Mi sento umiliato dal fatto che qualcuno possa anche solo pensare di realizzare un simile progetto, ma sono anche riconoscente.
Ovviamente ci saranno dei cambiamenti. La ragione immediata di questo mio “congedo di presenza” è la mia salute. La “dolorosa frattura” che ultimamente mi aveva reso difficile camminare si è scoperto essere un cancro. L’essere sottoposto alle radiazioni mi rende impossibile vedere tutti i film che vorrei. Ne ho visti molti in copie private che gli Studio sono stati così gentili da farmi avere. Il mio amico e collega Richard Roeper e altri critici si sono fatti avanti e hanno permesso al giornale e al sito di rimanere aggiornati con le ultime uscite più importanti. Quindi siamo andati avanti, e continueremo a farlo.
A questo punto della mia vita, oltre a scrivere di cinema potrei scrivere anche di cosa voglia dire avere problemi di salute e come questi possano importi delle limitazioni. E’ veramente uno schifo che il cancro sia ritornato e io abbia dovuto passare molti giorni in ospedale. Così, nelle brutte giornate potrei scrivere della vulnerabilità che accompagna la malattia. Nelle belle giornate, invece, potrei essere entusiasta per un film talmente bello da trasportarmi oltre la malattia.
Sarò anche in grado di recensire i classici per la mia serie “Great Movies”, che ha finora prodotto tre libri e che potrebbe giustificarne un quarto.

Per ora, mi dedicherò alla Ebert Digital e alla nuova versione – ristrutturata, estremamente interattiva e navigabile – di rogerebert.com. Scoprirete le sue fantastiche nuove caratteristiche il 9 aprile, quando il sito sarà lanciato. Oltre ad ospitare un archivio di più di 10.000 delle mie recensioni dal 1967 in avanti, presenterà anche recensioni scritte da altri critici. Potreste trovarvi in disaccordo con loro come vi siete trovati in disaccordo con me, ma apprezzerete senz’altro ciò che porteranno al progetto. Alcuni li ho scelti tra i miei Far Flung Correspondents, un’idea che ho avuto quattro anni fa quando mi sono accorto che molti dei commenti sul mio blog arrivavano dall’estero e quanto ne sapevano di cinema.
Selezioneremo altri critici, ed è mia speranza che alcuni degli scrittori che ho ammirato nel corso degli anni siano tra loro. Offriremo molte più recensioni di film indipendenti, stranieri, documentari e classici restaurati. Con lo spazio tra televisione via etere, via cavo e internet che si sta trasformando in un contenuto ibrido, continueremo a presentare le riflessioni del critico televisivo Premio Pulitzer Tom Shales, così come il blog “Scanners” di Jim Emerson, che ho conosciuto per la prima volta alla Microsoft quando stava realizzando Cinemania. La newsletter dell’Ebert Club, sotto la direzione di Marie Haws da Vancouver, sarà espansa per dare alle sue migliaia di iscritti ancor maggior benefici.

Roger Ebert nel 1985Per anni ho devotamente raccolto ogni mio foglio di carta, l’ho ripiegato e l’ho aggiunto a una pila sulla mia scrivania. La foto qui a fianco mostra l’altezza di quella pila nel 1985, così come appare sulla copertina del mio primo libro sul cinema, pubblicato dai miei vecchi amici John McMeel e Donna Martin della Andrews & McMeel. Oggi, grazie alla tecnologia, le possibilità di diventare più importanti, migliori, e di raggiungere più persone sono numerose. Il fatto che rilanciamo il sito ora, nel mezzo di altre battaglie, dovrebbe darvi un’idea di quanto rogerebert.com e Ebert Digital siano importanti per me e Chaz. Spero farete un giro e mi cerchiate. Ci sarò.

E dunque, in questo giorno di riflessione, ancora una volta vi ringrazio per aver condiviso questo viaggio con me. Ci vediamo al cinema.

Roger Ebert, 2 Aprile 2013.

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