Premio Dardos

Stefano Cocci di Coccinema ha pensato che il Diario di un giovane critico fosse degno di ricevere il “Premio Dardos”, un riconoscimento che viene assegnato ai blog meritevoli per i contenuti di carattere culturale, etico e/o letterario.

Il regolamento del premoo è molto semplice. Chi viene nominato negli elenchi è invitato a:

  1. accettare e comunicare il regolamento, visualizzando il logo del premio;
  2. linkare il blog che lo ha premiato;
  3. premiare altri 15 blog meritevoli (compreso quello che vi ha premiati, se si vuole), avvisandoli del premio.

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Quelle interviste tutte uguali

Antonello Sarno è un giornalista romano che in carriera si è occupato di cinema un po’ dovunque e in molti modi diversi, da Mediaset alla Rai a Radio RTL. Ha anche scritto il Castoro dedicato a Pupi Avati e diversialtri libri dedicati al cinema e ai suoi protagonisti, e ha anche realizzato alcuni documentari di montaggio presentati al Festival di Venezia. Da ormai 11 anni collabora con Box Office, quindicinale pubblicato da Editoriale Duesse e indirizzato agli addetti ai lavori dell’industria cinematografica italiana. Per il numero di fine febbraio, Sarno ha scritto un editoriale sul modo in cui sono costretti a lavorare i giornalisti televisivi in occasione delle conferenze stampa. Una pacata protesta verso il menefreghismo che le case di distribuzione sembrano avere riguardo la qualità del prodotto televisivo che parla dei loro film. Leggi tutto il post

Caccia al tesoro

Per movimentare un po’ il blog in questo periodo di scarsa vena creativa, mi è venuto in mente di fare un simpatico giochino con i miei più affezionati lettori. Una Caccia al Tesoro, un po’ come quelle che fa Natalia Aspesi. La Aspesi scrive infatti lunghi e articolati pezzi di costume in cui, in una sorta di goliardica strizzatina d’occhi diretta ai lettori più colti, inserisce quasi dal nulla delle pillole di critica cinematografica che nobilitano l’intero articolo e lo fanno diventare a tutti gli effetti una recensione. La cosa è molto utile anche per evitare le proteste di produttori e registi, perché la critica è ovviamente da intendersi solo ed esclusivamente come innocuo e scherzoso divertissement, e quindi non meritoria né di proteste né tantomeno di cause per diffamazione e/o plagio.

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Il lavoro del critico

Per molti versi la professione del critico è facile: rischiamo molto poco pur approfittando del grande potere che abbiamo su coloro che sottopongono il proprio lavoro al nostro giudizio. Prosperiamo grazie alle recensioni negative, che sono uno spasso da scrivere e da leggere. Ma la triste realtà cui ci dobbiamo rassegnare è che nel grande disegno delle cose, anche l’opera più mediocre ha molta più anima del nostro giudizio che la definisce tale.
Ma ci sono occasioni in cui un critico qualcosa rischia davvero. Ad esempio, nello scoprire e difendere il Nuovo. Il mondo è spesso avverso ai nuovi talenti e alle nuove creazioni: al Nuovo servono sostenitori. Leggi tutto il post

Cinema, fumetti e teatro dell’assurdo

Come avevo avuto modo di scrivere neanche due mesi fa, il numero di castronerie che i critici cinematografici sono in grado di scrivere quando si occupano anche marginalmente di fumetti è incredibile. E le castronerie si dividono quasi equamente tra critici giovani e critici di lungo corso. Certo però che i critici esperti sanno spesso crearne di veramente eclatanti.

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Libertà

Il tema della puntata di oggi è molto impegnativo, ma devo farlo precedere dalla lettura di una sentenza molto significativa […] che risale agli anni ’70 del Novecento, quando la Corte Suprema degli Stati Uniti autorizzò due dei più autorevoli quotidiani del Paese – il New York Times e il Washington Post – a continuare la pubblicazione di alcuni documenti, detti “Pentagon Papers”, dove venivano raccontate le vere ragioni dietro la guerra del Vietnam.

I giudici della Corte Suprema ritennero che il diritto alla libertà di stampa dovesse prevalere su qualsiasi considerazione intesa a bloccare la pubblicazione delle notizie. In particolare il giudice Hugo Black, valoroso costituzionalista ed estensore della sentenza, scrisse: «Oggi, per la prima volta nei 192 anni trascorsi dalla fondazione di questa Repubblica, viene chiesto alla Corte Federale di affermare che il Governo può impedire la pubblicazione di notizie importanti per il popolo di questo Paese. Non è possibile. La stampa deve servire ai governati, non ai governanti. Il potere del Governo di censurare la stampa è stato abolito perché la stampa rimanesse per sempre libera di censurare il Governo».

Dedico questa sentenza a quelli che, qua e là, si riempiono la bocca con la parola “Libertà” senza sapere bene che cosa significhi.

Corrado Augias, Le Storie – Diario italiano, 15 Marzo 2010.

Cinema e fumetti: molte parole, tanta confusione

Solitamente, le cappelle più grosse i critici cinematografici le prendono quando affrontano argomenti diversi dal cinema per contestualizzare il film di cui stanno scrivendo. Capita su tutti i fronti, ma uno degli argomenti più gettonati degli ultimi anni sono i fumetti, per via dell’enorme numero di pellicole che Hollywood trae da serie e graphic novel supereroiche e non, mentre curiosamente i critici di solito evitano di scendere in particolari quando scrivono di film tratti da videogiochi. Sui fumetti, invece, non si fanno problemi a esprimere opinioni pur non avendo mai letto le storie di cui scrivono. Leggi tutto il post

Quanta critica si fa, su internet?

Le persone che frequentano le anteprime stampa cambiano di continuo. Per quanto i nomi che leggiamo su quotidiani e riviste sono da anni sempre gli stessi, c’è un sottobosco critico in continuo mutamento. Molti ragazzi che si affacciano per la prima volta nel mondo del lavoro rimangono nell’ambiente per pochi mesi prima di passare a fare altro, magari con uno stipendio migliore o magari in tutt’altro settore, e nuovi giovani arrivano a riempire il posto lasciato vuoto da chi li ha preceduti. Tornare a un’anteprima stampa dopo mesi di assenza può essere un’esperienza sconvolgente, perché al di là di pochi irriducibili sempre presenti può sembrare di essere entrati in un mondo totalmente nuovo. Leggi tutto il post

Come si scrive una recensione?

Se il giornalismo non ci fosse, bisognerebbe soprattutto non inventarlo.
Honoré de Balzac

Domandarono a Julio Cortàzar che cosa avrebbe risposto a un quindicenne che fosse venuto a trovarlo per dirgli: voglio diventare scrittore, mi dica che cosa devo fare. «A mo’ dei maestri zen – rispose l’argentino — cercherei di rompergli una sedia sulla testa, ma se, non capendo che cosa c’è oltre la sediata, la risposta non gli fosse chiara, gli direi che il solo fatto di chiedere consigli in materia letteraria, dimostra la mancanza di una vera vocazione». Leggi tutto il post

La dignità del cinema commerciale

Il 18 febbraio 2007 io e l’amico Mattia Nicoletti eravamo ospiti della trasmissione di Radio inBlu “Nessuno è perfetto” per parlare dei due Notte prima degli esami. Dopo poco più di 7 minuti di trasmissione, la conduttrice Lucia Angella ci chiede un giudizio sul film e il buon Mattia decide di lasciarmi rispondere per primo. La mia risposta è secca e per niente gentile:

«Secondo me questo film è veramente brutto. Non è divertente, è girato piuttosto male e non riesce a staccarsi dallo stile delle sceneggiature che Brizzi ha scritto per anni per i film natalizi interpretati da Boldi e De Sica.»

Dopo che ho precisato che a me non era piaciuto neanche il primo, Mattia (cui invece il film era piaciuto) dice la sua e tra le altre cose specifica che…

«…questo tipo di film tecnicamente non vale neanche la pena analizzarli.»

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Le regole del buon giornalista (secondo Franco Rossi)

Giornalismo, le mie regole:

  • Per la notizia sono disposto a tutto. Anche a scrivere la verità.
  • Nel Giornalismo, come in amore, gli scritti volano e le parole restano.
  • Il vero giornalista è colui che sa raccontare una verità in assoluta malafede, convinto che le sole e autentiche verità siano quelle che si possono inventare di sana pianta.
  • Il vero giornalista è quello che scrive una cosa anche quando non ha niente da dire e al tempo stesso ha qualcosa da dire solo perchè la scrive.
  • Il vero giornalista è sempre stimolato dalla scadenza e scrive peggio quando ha tempo e quindi non ha fretta.
  • Il vero giornalista è quello che riesce a cominciare un articolo con un «come avevamo anticipato nei mesi scorsi…» e violenta, senza arrossire, ogni comune senso del pudore.

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Quel secchione di Roger Ebert

Come aveva accennato nel suo articolo che ho riportato qui a metà settembre, Roger Ebert era stato molto criticato dai alcuni suoi lettori per la recensione estremamente negativa che aveva scritto di Transformers 2. Una volta letti tutti e 750 i commenti postati in risposta alla sua recensione, Ebert ha scritto un articolo in cui spiega non solo perché secondo lui quelli cui è piaciuto il film di Bay hanno torto, ma anche perché la cosa lo deprime. È un articolo scritto in realtà prima di quello già postato sul Diario, ma che traduco solo adesso perché ho preferito sviluppare prima un argomento preciso su più post e solo adesso passare ad altro. L’articolo originale è datato 5 luglio 2009 e potete trovarlo qui. Leggi tutto il post

Gli ultimi fuochi

Sono tanti i film che raccontano il mondo del cinema. Quelli che ne sanno li definiscono “metacinematografici”. Sono film che hanno raccontato tutte o quasi le diverse professionalità che contribuiscono alla realizzazione di un film, dal regista al produttore, dall’attore allo sceneggiatore, allo stunt-man. Pochi, però, hanno provato a spiegare cos’è il cinema per quelli che ci lavorano. L’ha fatto, naturalmente, François Truffaut con Effetto notte, in cui non ha solo raccontato (esagerando) quello che succede su un set ma anche quella che può essere l’ossessione per il cinema che ha una persona che ha sempre sognato di poterci lavorare. L’ha fatto, però, anche Elia Kazan quando ha portato sullo schermo il romanzo di Francis Scott Fitzgerald Gli ultimi fuochi.

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On-line vs Cartaceo: alla fine ne resterà soltanto uno. Forse.

Antonio Capellupo è un altro di quei ragazzi che ogni tanto mi scrivono per chiedermi informazioni e dichiarazioni per la tesi che stanno scrivendo sulla critica cinematografica. Mi ha contattato lo scorso marzo per farmi giusto un paio di domande su come funzionano le cose nell’ambiente di internet, ma al suo relatore le mie risposte sono piaciute talmente tanto da decidere di fare una vera e propria intervista e pubblicarla integralmente invece che limitarsi a qualche estratto all’interno del testo.

L’intervista mi dà modo di dire due parole sull’organizzazione di CineFile, ma verte quasi esclusivamente sul rapporto tra la critica on-line e quella cartacea, che è poi anche l’argomento dell’ultimo post del Diario, per questo la pubblico adesso invece di aspettare di ricevere la versione definitiva della tesi. Leggi tutto il post

La morte della critica secondo i nuovi critici

Nel numero del marzo 2009, Ciak ha pubblicato un’inchiesta firmata da Andrea Morandi a proposito della dualità tra critici della carta stampata e critici che lavorano per il web. Al di là del fatto che Morandi mette nello stesso pentolone siti di critica, siti sul cinema e blog dedicati al cinema – che sarebbe un po’ come scrivere un articolo sui telegiornali e poi mettere i Tg sullo stesso piano dei programmi di informazione e quelli di gossip – la cosa interessante sono i tanti interventi più o meno autorevoli raccolti da Morandi e da Alessandra De Luca. Ne esce una panoramica forse poco chiara ma che dà lo spunto per fare diverse riflessioni sull’argomento. Riflessioni che, come spesso accade sulle pagine di Ciak, nell’articolo non sono che accennate. Leggi tutto il post

Roger Ebert e l’età oscura della critica

Rogert Ebert è stato il primo critico cinematografico a vincere il Premio Pulitzer, nel 1975, prima di essere affiancato nell’impresa da Stephen Hunter nel 2003 e Joe Morgenstern nel 2005. Critico del Chicago Sun-Times dal 1967, ha forse raggiunto fama prima nazionale e poi mondiale grazie al programma televisivo At the movies, che lo vedeva recensire i film in uscita negli Stati Uniti in compagnia del critico del Chicago Tribune Gene Siskel. Alla morte di quest’ultimo nel 1999, Ebert è stato affiancato in studio da Richard Roeper, ma nel 2006 Ebert ha dovuto abbandonare la trasmissione perché l’ultima operazione cui è stato sottoposto a causa di un cancro alla tiroide l’ha lasciato praticamente afono. Leggi tutto il post

I giovani, la passione e i soldi

Come si diceva qualche post fa, per i giovani farsi strada nel mondo del lavoro oggi è tutt’altro che facile. Peggio ancora nel mondo della critica cinematografica, come dimostra anche la tesi di laurea di Luca Marra dedicata alla critica cinematografica di cui ho parlato a fine maggio e che da oggi trovate in versione integrale nella sezione e-book. Comunque, molti ragazzi entrano nel nostro ambiente scrivendo gratuitamente per un qualche sito internet, sperando di riuscire poi a trasformare questa esperienza in un lavoro regolarmente retribuito. Ci riescono in pochi, e alcuni di questi pochi sono stati intervistati nel dicembre 2008 da Peter Debruge di Variety, che ha scoperto come la maggior parte tenga inconsapevolmente in mente un consiglio di Mark Twain: «scrivi gratuitamente fino a quando qualcuno non si offre di pagarti per scrivere. Se non trovi nessuno nel giro di tre anni, vuol dire che spaccare legna è il mestiere per te». Leggi tutto il post

Perché i giovani faticano a trovare spazio

Provate a chiedere ad un ragazzo appena uscito dall’università se è facile trovare un posto (retribuito) come critico cinematografico, o in una qualunque altra redazione giornalistica. Provate a chiedere ad uno scrittore esordiente se è facile trovare un editore che pubblichi (pagandoti) i tuoi scritti. Provate a chiedere ad un giovane regista se è facile trovare un produttore pronto a finanziare il suo lungometraggio di esordio.

In tutti e tre i casi, avrete la stessa risposta.

Le ragioni dietro questa enorme difficoltà che i giovani trovano nel potersi esprimere a livello professionale sono molte. Leggi tutto il post

La critica cinematografica su internet

Ogni tanto mi capita di essere contattato da qualche studente universitario che sta preparando una tesi sulla critica cinematografica ed è interessato al mio parere riguardo al mondo dei siti di critica. Non capita spessissimo, ma capita. Uno di questi studenti mi scrisse nel dicembre del 2007. Si chiama Luca Marra e all’epoca stava preparando una tesi intitolata “Origini, sviluppi ed eclissi della critica cinematografica” per il corso di laurea di Scienze della Comunicazione dell’Università Suor Orsola Benincasa di Napoli. Leggi tutto il post

Il linguaggio del cinema secondo Morando Morandini

Quello che segue è il testo scritto da Morando Morandini come presentazione del ciclo di lezioni da lui tenuto nel 1997 presso l’Università Statale di Milano.
Al di là dell’occasione per la quale è stato scritto, offre degli ottimi spunti di discussione riguardo il modo di guardare e analizzare il cinema, compresa una curiosa ma non banale inversione di prospettiva.

Ho letto, tempo fa, un articolo del matematico Federico Starnone. Diceva che, in fondo, la matematica è un linguaggio, ossia un modo di dichiararsi, esprimersi. E che, come tutte le lingue, non si impara leggendo una grammatica, ma si ha bisogno di una scuola e di un insegnante: «Alla maniera di certe malattie, non si trasmette via carta, ma per contatto». Perciò, se si vuole impararla, non basta comprare libri e leggerli fino in fondo: bisogna anche parlarne, discuterne, trovarsi un buon maestro, «qualcuno infetto e disposto a contagiare.» Leggi tutto il post

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